2022 Fund Selector Outlook
La rapida diffusione della variante Omicron e la conseguente carenza di manodopera essenziale, la cancellazione generalizzata dei voli e altri ritardi dimostrano che, mentre entriamo nel terzo anno dall'inizio della pandemia, il Covid-19 è ancora una sfida di rilievo per l'economia mondiale; è innegabile, però, che con l'inflazione ai massimi degli ultimi 40 anni e i tassi d'interesse pronti a risalire, gli investitori avranno di che preoccuparsi nell'anno appena iniziato.
Da una recente indagine condotta presso 436 fund selector di importanti società di gestione, private bank e compagnie di assicurazione nel mondo emerge che, nel 2022, la crisi della catena di approvvigionamento (51%) e il ridotto sostegno da parte delle banche centrali (45%) sorpasseranno di gran lunga le varianti del Covid (40%) tra le principali minacce per l'economia.
Nella classifica dei principali rischi per il portafoglio che si affiancheranno a queste minacce, i fund selector inseriscono i tassi d'interesse (70%), l'inflazione (68%) e le valutazioni (48%). E dopo 18 mesi di relativa calma, molti si attendono anche possibili correzioni sulle criptovalute (62%), le obbligazioni (49%), le azioni (46%) e i titoli tecnologici (43%).
I pareri di questi esperti, le cui società gestiscono masse di più di 12 trilioni di dollari per conto dei loro clienti, si dividono però su quale sia la migliore strategia d'investimento per affrontare questo scenario in trasformazione: la metà sostiene che, per battere il mercato, serviranno portafogli aggressivi, mentre l'altra propende per portafogli difensivi.
Una delle sfide maggiori sarà legata probabilmente a come verranno gestite le aspettative di rendimento dei clienti. Alla luce del 26,89% generato dall'indice S&P lo scorso anno,1 per il 2022 i fund selector hanno alzato le ipotesi di rendimento dal 7,1% al 7,8%. Ma potrebbe non essere sufficiente per gli investitori che, in un'altra indagine, dichiarano di aspettarsi una performance del 14,5% sopra l'inflazione, per cui rimane comunque una differenza dell'86% sul piano delle attese.
Questo è uno dei motivi principali per cui i fund selector ritengono che le loro società amplieranno l'offerta di portafogli modello; l'82% pensa infatti che i modelli consentano di offrire ai clienti un'esperienza d'investimento più uniforme. In questo modo, sarà anche possibile ovviare a rendimenti che rimangono persistentemente bassi attraverso un più ampio accesso ai private asset. Tra l'altro, di fronte all'attenzione crescente per le normative ESG (in materia ambientale, sociale e di governance), le offerte d'investimento sostenibile si arricchiranno di strategie e portafogli modello mirati.
In sostanza, il loro successo nel 2022 dipenderà dalla risposta che sapranno dare a tre temi chiave:
- Rialzo dei tassi d'interesse, crisi della catena di approvvigionamento e varianti concorrono a rendere più incerto lo scenario macro e i fund selector ritengono improbabile che l'economia riuscirà a recuperare completamente dal Covid nel corso del 2022.
- Inflazione, valutazioni e volatilità si aggiungono all'elenco di rischi di portafoglio che i selezionatori devono affrontare nel gestire gli investimenti e l'emotività dei clienti.
- Portafogli modello, asset privati e strategie ESG offrono elementi essenziali di differenziazione ai fini della gestione degli asset della clientela e dell'acquisizione di nuovi clienti.
Crisi della catena di approvvigionamento, politica delle banche centrali e varianti del Covid minacciano la crescita
Sebbene la crescita mondiale abbia toccato il 5,9% nel 2021 e, secondo le proiezioni dell'FMI, dovrebbe attestarsi al 4,9% nel 2022,2 la pandemia continua a proiettare un'ombra minacciosa, tanto che i fund selector individuano rischi crescenti nello scenario macro.
La minaccia principale è rappresentata dalla crisi della catena di approvvigionamento (51%), caratterizzata da carenze di ogni tipo, dai container ai microprocessori, fino agli alimenti per gli animali. Pochi prevedono soluzioni rapide e due terzi ritengono che questi problemi proseguiranno anche nel 2023.
Di per sé, anche una buona ripresa potrebbe essere problematica, perché la crescita indurrebbe le banche centrali a ridurre i programmi di acquisto di attivi. Su scala globale, il 45% dei selezionatori colloca l'eventualità di una politica più restrittiva da parte delle banche centrali in cima alle preoccupazioni per l'economia.
Sebbene si tratti di ripercussioni della pandemia, quattro selezionatori su dieci affermano che anche varianti del tipo di Omicron rappresentino una minaccia. Nel complesso, sei su dieci (59%) ritengono che, nel 2022, l'economia globale non riuscirà a sottrarsi alle conseguenze del Covid e il 44% teme che le varianti possano ostacolare la ripresa economica nei diversi paesi.
Crise della catena di fornitura
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Minore sostegno da parte delle banche centrali
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Varianti del Covid
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Relazioni USA/Cina
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Crescita economica
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51% | 45% | 40% | 39% | 24% |
Crise della catena di fornitura
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51% |
Minore sostegno da parte delle banche centrali
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45% |
Varianti del Covid
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40% |
Relazioni USA/Cina
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39% |
Crescita economica
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24% |
I fund selector scommettono sulla riapertura dell'economia
Nonostante le preoccupazioni, secondo i selezionatori di fondi l'economia dei lockdown non riuscirà ad avere la meglio. Il 71% pensa infatti che la riapertura porterà ottimi risultati via via che i consumatori riprenderanno ad andare al cinema, al ristorante e a viaggiare. Analogamente, molti prevedono che alla crescita contribuiranno anche le "spese per vendetta" da parte di chi, per esempio, deciderà di regalarsi l'automobile a lungo desiderata o altri beni particolarmente costosi.
L'energia sarà il primo settore
L'impegno verso la riapertura delle economie emerge forte e chiaro dalle prospettive di performance dei diversi settori nel 2022. L'energia (54%) è in vetta alla classifica dei potenziali vincitori. Certamente i prezzi sono saliti insieme all'inflazione, ma guardando a lungo termine si intuisce che l'energia saprà sfruttare a suo vantaggio la ripresa e il nuovo slancio della domanda.
Il rialzo dei tassi d'interesse potrebbe favorire i titoli finanziari e il 51% degli intervistati prevede infatti una sovraperformance per questo settore. Alla base di questa previsione vi è infatti l'idea che il settore sia pronto a sfruttare il differenziale tra i tassi pagati per la liquidità e quelli praticati sui prestiti.
Quasi la metà degli intervistati (47%) si aspetta una sovraperformance anche dal settore healthcare. Il sentiment attuale tiene conto degli utili a lungo termine che scaturiranno dal rapido sviluppo di un farmaco per la cura del Covid, dal successo dei vaccini a mRNA e dall'opportunità di perseguire gli obiettivi di business pre-pandemia.
Positive anche le prospettive dei tecnologici, con una previsione di sovraperformance da parte del 43% degli intervistati. Mentre le scelte politiche fanno presagire il successo del settore, un terzo degli intervistati (35%) è incline a prevedere una crisi per i titoli big tech, mentre la maggioranza (65%) ritiene che il settore continuerà a crescere senza sosta anche nel 2022.
Sovraperformance
Media del mercato
Sottoperformance
100%
54%
30%
16%
51%
33%
16%
47%
42%
11%
43%
33%
24%
42%
43%
15%
35%
50%
16%
27%
57%
16%
27%
51%
22%
26%
54%
20%
22%
48%
30%
12%
49%
39%
100%
I mercati si avviano verso una correzione
Nonostante le prospettive decisamente positive, i fund selector pensano che il futuro ci riservi una possibile correzione. La domanda cruciale è dunque questa: di che tipo di correzione si tratterà?
- Probabilmente i tassi saliranno e, secondo la metà degli intervistati (49%), la correzione riguarderà i titoli obbligazionari.
- Si prevede un rendimento annualizzato del 29,57% per l'indice S& marzo 20203e il 46% ritiene probabile una correzione sui titoli azionari.
- Dopo il predominio dei titoli tecnologici per gran parte degli ultimi dieci anni, il 43% teme che questa tendenza abbia fatto il suo corso e che il settore andrà incontro a una correzione.
CRIPTOVALUTE
62%OBBLIGAZIONI
49%AZIONI
46%TECNOLOGICI
43%SPOTLIGHT: Criptovalute ormai mature per una correzione
La preoccupazione più nitida da parte dei selettori non riguarda le asset class tradizionali; sei su dieci (62%) prevedono invece una correzione della galoppata delle criptovalute. A dispetto di questi rischi, i clienti potrebbero puntare ancora più l'attenzione sul rendimento e il 36% dei selezionatori segnala che, in effetti, i clienti stanno chiedendo prodotti che incorporino le criptovalute.
Tre selezionatori su dieci ritengono che il portafoglio dei clienti dovrebbe comprendere un certo grado di esposizione verso le criptovalute; tuttavia, per soddisfare la domanda, sarà necessario rimuovere una serie di ostacoli. Otto su dieci (82%) precisano che, affinché sia possibile offrire questo tipo di investimenti, le criptovalute dovranno diventare più trasparenti. La stessa percentuale ritiene che sia necessario migliorare la regolamentazione a riguardo.
Sei su dieci pensano ci sia bisogno di una maggiore azione educativa prima che i gestori finanziari possano iniziare a investire in criptovalute.
Tassi, inflazione e valutazioni in cima all'elenco dei rischi da monitorare
Nonostante i cambiamenti che interverranno nei fattori economici alla base delle ipotesi sui mercati, i fund selector non prevedono trasformazioni radicali a livello di strategia di allocazione. Si affideranno invece a scelte tattiche, all'interno delle singole asset class, per equilibrare il potenziale profilo di rischio/rendimento dei portafogli.
2021
2022
Considerando che molti prevedono che, nel 2022, i tassi si alzeranno, non c'è da stupirsi se, per il 70% degli intervistati, i tassi d'interesse sono in cima all'elenco dei rischi per il portafoglio. Oltre al rischio associato al rialzo dei tassi per chi investe in obbligazioni, va anche considerato che, negli ultimi dieci anni, i tassi bassi sono stati un fattore determinante della crescita record del mercato azionario. Di conseguenza, il rischio di tasso farà sentire il suo peso sui piani che coinvolgono entrambe queste classi di attivi.
Tasse d'interesse
70%
Inflazione
68%
Valutazione
48%
Volatilità
47%
Liquidità
16%
Nella classifica dei rischi, l'inflazione si piazza praticamente a questo stesso livello (68%). Inizialmente, gli economisti avevano perlopiù considerato che l'inflazione fosse passeggera, frutto della crisi della catena di fornitura e, comunque, con il pregio di migliorare le cifre della disoccupazione. Oggi sono invece in molti a ritenere che gli Stati Uniti debbano aspettarsi un'intensificazione prolungata dell'inflazione, accompagnata da un mercato del lavoro sempre più rigido e da un calo del tasso di disoccupazione fino al 3,5%. La crescita dei salari ha iniziato ad accelerare, enfatizzata dai più che consistenti guadagni di chi decide di passare da un lavoro all'altro. Inoltre, il persistere delle problematiche legate all'offerta contribuisce a tenere alti i prezzi in segmenti chiave del mercato.
Mentre non bisogna aspettarsi stravolgimenti sul fronte della strategia di allocazione, gli investitori istituzionali stanno muovendosi tatticamente per posizionarsi in vista di un anno in cui saranno alle prese con un'inflazione in aumento, tassi bassi e valutazioni elevate.
Portafogli modello, Private Equity e strategie ESG sono le priorità per i prodotti
L'impostazione della strategia di portafoglio è solo una parte del lavoro dei fund selector. Avendo la responsabilità di valutare le strategie per le piattaforme aziendali, sono anche chiamati ad assumere decisioni strategiche sul piano dell'implementazione.
Nel 2022, i selezionatori si concentreranno sui portafogli modello, sugli asset privati e sugli investimenti ESG, nel tentativo di trovare un equilibrio tra un panorama finanziario in trasformazione e l'evoluzione dei bisogni e degli interessi della clientela.
Portafogli modello per offrire agli investitori un'esperienza più uniforme
I portafogli modello si sono affermati come strumento fondamentale per i gestori che si impegnano a gestire le aspettative e l'esposizione al rischio dei clienti. In effetti, l'80% di tutti gli intervistati segnala che nell'offerta della propria azienda è presente qualche forma di portafoglio modello.
Nel 2022 i modelli saranno al centro dell'attenzione per permettere ai selezionatori di aiutare gli investitori finali a destreggiarsi su mercati più volatili. Nel complesso, l'82% afferma che i portafogli modello offrono un'esperienza d'investimento più uniforme, mentre sette su dieci (69%) dichiarano che i modelli forniscono un livello aggiuntivo di due diligence.
Sono ancora più numerosi (85%) i fund selector che ritengono che i modelli offrano un approccio d'investimento più snello, che può permettere ai consulenti finanziari di dedicare più tempo ad aiutare i clienti ad affrontare gli obiettivi di lungo periodo. A riprova di questo, l'85% dei selezionatori dichiara che i modelli consentono un'implementazione più efficiente dei conti gestiti unificati (UMA).
Tra i selezionatori con un'offerta in cui sono già compresi i modelli, circa la metà dichiara che, nei prossimi 12 mesi, si lavorerà per spostare clienti verso questi portafogli. Questa strategia è particolarmente spinta negli Stati Uniti, dove il 59% degli intervistati dichiara che si tratti proprio dell'obiettivo perseguito dall'azienda, soprattutto nel caso delle società di intermediazione, dove questa scelta è confermata da tre quarti dei selezionatori.
Le società aumentano l'adozione di portafogli modello di terze parti
In tutto il mondo, attualmente i gestori finanziari propendono per i modelli proprietari, ma più di un terzo degli intervistati osserva che, nel 2022, la propria azienda aumenterà l'offerta di modelli di terze parti, tendenza confermata dal 58% dei selezionatori che operano in società di intermediazione statunitensi.
Secondo i selezionatori, i modelli sono una soluzione efficiente per implementare l'ESG e altre strategie d'investimento oggi molto richieste. Due terzi affermano che i modelli facilitano l'implementazione dell'ESG nei portafogli dei clienti e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui il 55% dei selezionatori segnala la crescente necessità di modelli specializzati, per esempio nel caso dell'ESG. ESG a parte, questo bisogno si avverte in particolare per i portafogli tematici (38%), alternativi (34%), per i portafogli gestiti nell'ottica di ottimizzare l'esposizione fiscale (26%) e i portafogli a reddito (25%).
Modelli
ESG
Componenti tematiche
Componenti alternative
Strategie per ottimizzare l'esposizione fiscale
Portafogli a reddito
I selezionatori ritengono inoltre che i portafogli modello offrano alcuni vantaggi innegabili. Di fronte alle crescenti pressioni sul piano commissionale, il 74% considera che i modelli siano una soluzione a costo inferiore. Oltre che per i clienti, il carattere costante offerto dai modelli si rivela vantaggioso anche per i gestori finanziari; tre quarti dei selezionatori dichiara infatti che i programmi che utilizzano i portafogli modello aiutano a gestire l'esposizione al rischio dei gestori stessi.
Differenza significativa nei rendimenti degli asset privati dei diversi settori
Ponendo i portafogli modello al centro dell'offerta, molte società finanziarie si sforzano di integrare queste strategie basate sul rischio con investimenti non correlati. In molti casi, da qui si arriva agli asset privati, segmento in cui due terzi dei selezionatori rilevano una differenza di rendimento significativa.
In molti casi, la scelta di potenziare l'offerta privata è una risposta diretta alla domanda dei clienti; la metà dei selezionatori (49%) dichiara infatti che l'azienda ha aumentato l'offerta di investimenti privati per assecondare l'interesse manifestato dalla clientela.
Come nel caso dei modelli, l'ESG è chiaramente un ambito su cui i selezionatori sono molto impegnati, nello sforzo di ampliare gli investimenti privati. Un altro 25% ricerca esplicitamente investimenti a impatto sui mercati privati.
Riguardo ai tipi di operazione che vogliono arrivare a proporre ai clienti, i selezionatori si dividono equamente tra chi intende offrire opportunità di coinvestimento (28%) e chi propende invece per l'investimento diretto (27%). Alla luce dell'entità della recente ondata di investimenti privati, il 25% si propone di offrire ai clienti l'opportunità di sfruttare il momento in cui i finanziatori svendono le posizioni originarie attraverso il mercato secondario del Private Equity.
ESG
45%
Co-
investimento
28%
Investimento
diretto
27%
Investimento
a impatto
25%
Mercato
secondario di
Private Equity
25%
Le infrastrutture al primo posto tra i settori del mercato privato
Con una sola eccezione di rilievo, i settori in evidenza nei mercati privati ricalcano quelli dei mercati pubblici. I selezionatori indicano le infrastrutture (42%) al primo posto tra le opportunità presenti sul mercato privato. Visti i tassi d'interesse bassi, le infrastrutture possono essere considerate un'opportunità per offrire una fonte costante di rendimento. Tra l'altro, questa strategia potrebbe essere rafforzata dall'aumento degli investimenti pubblici, come nel caso del piano infrastrutturale da 1 trilione di dollari varato negli Stati Uniti.
Tra le migliori opportunità del mercato privato, gli intervistati citano anche l'IT (41%) e la sanità (39%). In evidenza anche l'energia (29%) e l'immobiliare (23%), rilevando tra l'altro che la percentuale dei selezionatori USA favorevoli al real estate è doppia (44%) rispetto a quella globale.
I settori possono dare un'indicazione su dove andare a guardare, ma ai selezionatori spetta comunque il compito di vagliare con attenzione le opportunità. Nove su dieci (90%) sottolineano l'assoluta importanza della due diligence nella scelta delle operazioni e il 60% circa ricorda che questo processo è stato reso più difficile dal Covid. L'attenzione si rivolge anche alle spese, considerando che i due terzi dichiarano che le commissioni attuali sono troppo alte in base ai rendimenti attesi.
Sei su dieci aumenteranno l'offerta ESG
La domanda di soluzioni ESG da parte degli investitori è aumentata notevolmente negli ultimi anni e i gestori finanziari stanno reagendo di conseguenza. Sei selezionatori su dieci (64%) hanno infatti in programma di ampliare la propria offerta ESG nei prossimi 24 mesi.
In generale, gli investitori scelgono l'ESG con l'obiettivo di allineare patrimonio e valori (48%), di contribuire a un mondo migliore (33%) e di rispettare le linee d'indirizzo per l'investimento (32%); ma, in questa scelta, i selezionatori vedono anche una logica d'investimento: sette su dieci affermano che l'ESG è parte integrante di un investimento valido e il 63% non esita a riconoscere che sia possibile reperire valore aggiunto anche nell'ESG.
Nonostante gli imponenti guadagni messi a segno durante la pandemia, solo il 20% pensa che la domanda di ESG sia spinta dalla dinamica dei mercati. I selezionatori sottolineano infatti che i clienti investono nell'ESG per influenzare la dimensione sociale e ambientale (54%) o perché la considerano un'opportunità per partecipare alla green economy (45%). All'ampliamento dell'offerta ESG contribuisce anche l'andamento demografico; il 34% degli intervistati rileva infatti che l'aumento della domanda derivi dalla mutata composizione demografica della clientela.
Una gamma più vasta di strategie ESG
Per soddisfare la domanda, le società finanziarie implementano una varietà di strategie ESG. In genere i selezionatori applicano l'integrazione (57%) per coniugare fattori ESG e analisi fondamentale. Altri scelgono invece un approccio più opportunistico ricorrendo all'investimento tematico (53%), per esempio per riuscire a essere coerenti con l'interesse dei clienti per la green economy.
La metà applica criteri negativi di esclusione (48%) e un altro 43% investe in base a criteri positivi di selezione improntati al principio "best in class". Uguale la percentuale che sceglie l'investimento a impatto (43%). Inferiore, invece, il numero di chi sceglie la strada dell'azionariato attivo (35%).
Diversità, equità e inclusione entrano nel processo di selezione
Sul piano dell'azione ESG, molte società si concentrano sugli aspetti della diversità, dell'equità e dell'inclusione e la valutazione di questi aspetti fa già parte del processo di selezione adottato dal 24% dei selezionatori. Un altro 43% sta prendendo in considerazione come inserire questa componente nel proprio processo.
Inferiore, invece, (37%) il numero di chi investe attivamente per favorire l'impatto. Un quarto misura l'impronta di carbonio (25%) e una percentuale analoga lavora per ridurre la propria impronta (24%). Pochi, infine, (13%) misurano già la temperatura del portafoglio.
Seppure impegnati ad ampliare la propria offerta, i selezionatori scorgono un ostacolo significativo all'adozione diffusa dell'ESG: i metodi di misura. Finora, il mondo finanziario e gli organi di regolamentazione non hanno fissato un unico standard di misura dell'ESG. Sette intervistati su dieci ritengono che la standardizzazione faciliterà la valutazione degli investimenti ESG e questo aspetto risulterà determinante al crescere del numero di società intenzionate a offrire impatto.
Anche se i fund selector non considerano più il Covid come la maggiore minaccia per la crescita economica nel 2022, la pandemia solleva ancora molti interrogativi. Fin dai primi segni della diffusione dei contagi, il Covid ha sconvolto le catene di fornitura mondiali, ha spinto dall'inflazione ai massimi degli ultimi 40 anni e ha schiacciato i tassi d'interesse su livelli minimi insostenibili. Tuttavia, i selezionatori reputano che la riapertura delle economie sia la scommessa migliore per l'anno che ci aspetta. Tutto dipenderà da quanto riusciranno a proporre soluzioni valide per la gestione dei portafogli.
Leggi il Documento di Sintesi
Per avere una visione completa delle prospettive dei fund buyer professionali nel 2022, leggete il nostro documento di sintesi.
Scarica il report (in Inglese)
1 S&P Global.
2 “World Economic Outlook, October 2021: Recovery during a Pandemic.” FMI, ottobre 2021, https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2021/10/12/world-economic-outlook-october-2021.
3 Factset
I dati qui riportati rappresentano le opinioni dei professionisti interpellati e possono variare in funzione del mercato e di altre condizioni. Il presente documento viene fornito esclusivamente a fini informativi e non ha valore di consiglio d'investimento. Le analisi e le opinioni presentate si riferiscono a febbraio 2021 e possono variare in funzione del mercato e di altre condizioni. Non vi è garanzia che la situazione evolverà secondo queste previsioni e i risultati reali potrebbero quindi differire da quanto qui prospettato.
Tutti gli investimenti sono esposti a rischi, compreso il rischio di perdita del capitale investito. Nessuna strategia d'investimento o tecnica di gestione del rischio è in grado di garantire rendimenti, né di eliminare il rischio in tutti i contesti di mercato. Tutti gli investimenti (azionari, obbligazionari e alternativi) comportano rischi. Non si garantisce che gli investimenti raggiungano i propri obiettivi di performance o che si possano evitare le perdite.
A differenza degli investimenti passivi, gli investimenti attivi non mirano a riprodurre né a replicare alcun indice. La capacità di un investimento attivo di raggiungere i propri obiettivi dipende quindi dall'abilità del gestore.
L'asset allocation non costituisce garanzia di rendimento, né conferisce protezione contro le perdite.
Gli investimenti alternativi comportano rischi specifici che possono differire da quelli connessi agli investimenti tradizionali e comprendono, per esempio, il rischio di illiquidità e il potenziale rischio di amplificazione delle perdite o dei profitti. Prima di investire, gli investitori sono tenuti a informarsi sui rischi insiti nell'investimento.
Gli investimenti legati alle materie prime, compresi gli strumenti derivati, possono risentire di svariati fattori, tra cui il prezzo delle materie prime, eventi di portata mondiale, controlli sulle importazioni e congiuntura economica; possono quindi essere esposti a un rischio di perdita significativo.
S&P 500® Index: parametro di misura della performance del mercato azionario statunitense. E' un indice "unmanaged" costituito da 500 titoli ordinari selezionati, tra l'altro, in base a capitalizzazione, liquidità e settore di appartenenza. Misura anche la performance del segmento Large Cap del mercato azionario USA.
L'investimento sostenibile si concentra su società che svolgono attività legate a determinati temi di sviluppo sostenibile e che dimostrano di attuare pratiche rispettose dei principi ambientali, sociali e di governance (ESG); l'universo d'investimento potrebbe quindi essere più limitato e non offrire agli investitori le stesse opportunità e le stesse tendenze di mercato disponibili per gli investitori che non si attengono a tali criteri. Il fatto che questi investimenti godano o meno del favore del mercato potrebbe quindi determinare un impatto negativo sulla performance complessiva offerta all'investitore.
La diversificazione non costituisce garanzia di rendimento, né conferisce protezione contro le perdite.
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