Gli investitori hanno spesso riservato alle società europee un entusiasmo tiepido. In mezzo al glamour degli Stati Uniti, alla relativa sicurezza del Regno Unito o anche al brivido dell'America Latina, i titoli europei sono spesso stati inseriti in portafoglio più con un occhio al benchmark che a un qualsivoglia desiderio travolgente di investire.

Ma negli ultimi anni, questo ha iniziato a cambiare. Le società europee sono diventate più orientate verso l'esterno, riposizionandosi come facilitatori dell'economia globale.

Recenti ricerche1 indicano che circa il 60% delle vendite delle società europee viene generato al di fuori dell'area, il doppio di quelle delle omologhe statunitensi. Anche nel contesto di una maggiore spinta verso la deglobalizzazione, il continente ospita leader di settore in settori come l'aerospazio, la sanità e i semiconduttori, molti dei quali forniscono le componenti necessarie per far ripartire le catene produttive indipendentemente dai tradizionali percorsi asiatici.

Il blocco, tuttavia, deve fare i conti con una serie di ostacoli. Ad esempio, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto sproporzionato sulle azioni europee a causa della dipendenza della regione dall'energia e dalle materie prime dalla Russia. Analogamente, la dipendenza dell'Europa dalla Cina in settori come il lusso ha lasciato il continente sensibile al malessere economico della Cina.

Storicamente le azioni europee hanno evidenziato una ripresa dalle crisi più lenta rispetto a quelle statunitensi. E questo è ancora vero oggi. Ciò detto, i gestori di fondi sembrano riconoscere sia le difficoltà nel breve2 che il potenziale3 del lungo termine che esiste nell'ambito dell’Azionario Europa.

Le azioni europee presentano valutazioni nettamente inferiori rispetto a quelle statunitensi; attualmente il rapporto prezzo/utili in Europa è sceso a soli 12,5 volte rispetto alle quasi 18 negli Stati Uniti4.

Questa anomalia si è accentuata dopo la crisi finanziaria globale, quando il mercato azionario statunitense, fortemente orientato alla tecnologia, è riuscito a sfruttare meglio il contesto di bassi tassi d'interesse protrattosi per il decennio successivo. Mentre il mercato azionario statunitense registrava un'impennata in quello che è diventato un ciclo rialzista durato quasi dieci anni, nascevano numerose mega-cap come i FAANG - Facebook (ora Meta), Apple, Amazon, Netflix e Google (ora Alphabet).

Il mercato azionario statunitense ha registrato un boom simile negli anni '70, quando gli investimenti hanno registrato un'impennata nelle cosiddette "Nifty Fifty", un insieme di società considerate investimenti sicuri per cui gli investitori erano disposti a pagare un premio in un contesto di estrema incertezza economica, proprio come nel contesto odierno. Per le Nifty Fifty, il mercato ribassista della seconda metà del decennio annullò i grandi incrementi dei prezzi.

Il divario tra le capitalizzazioni dei mercati azionari europei e statunitensi si attesta attualmente ai massimi dagli inizi degli anni Ottanta5. Ma i FAANG - più di recente definiti "i magnifici sette" (Tesla, Apple, Nvidia, Microsoft, Amazon, Meta e Alphabet) - potrebbero seguire le sorti delle Nifty Fifty e restringere il divario. Per quanto la disparità tra le valutazioni europee e quelle statunitensi possa essere significativa, questo non si rispecchia nella qualità delle società europee e potrebbe rappresentare un punto d'ingresso appetibile per gli investitori.
I titoli tecnologici rappresentano una quota nettamente inferiore del mercato azionario europeo, pari al 7% circa, rispetto al 30% circa degli Stati Uniti6. Alla luce di ciò, è comprensibile che le azioni europee non abbiano tenuto il passo con gli Stati Uniti nell'ultimo boom dei titoli growth, alimentato da un'impennata della domanda di Intelligenza Artificiale.

Tuttavia, è un malinteso comune che l'Europa non produca tecnologia. Ad esempio, l'Europa vanta diversi produttori del settore dei semiconduttori7, in particolare ASML, nonché importanti operatori nel settore della tecnologia sanitaria come Novo Nordisk, che ha registrato un'impennata all'inizio di quest'anno a seguito del successo del suo farmaco per la perdita di peso Wegovy.
La fiducia degli investitori negli Stati Uniti ha subìto un contraccolpo all'inizio di quest'anno sulla scia di una serie di crisi bancarie, soprattutto quella della Silicon Valley Bank gestita malamente secondo le autorità europee di regolamentazione finanziaria8.

Per contro, la crisi di Credit Suisse in Europa è stata gestita in modo molto più efficiente, con il governo svizzero che ha trovato un accordo con la banca concorrente UBS a vantaggio dei clienti di Credit Suisse e del settore bancario in generale. Una soluzione in linea con la spinta della BCE a sostenere i mercati del credito sovrano, compreso l'acquisto di asset, se necessario, nelle fasi di tensione sui mercati.
L'Europa è entrata in una recessione tecnica all'inizio di quest'anno, quando il PIL è sceso del 0,1% nel primo trimestre9, segnando il secondo trimestre consecutivo di calo.

Nel breve periodo, l'attenzione della Banca Centrale Europea rimane focalizzata sulla correzione dell'inflazione, contrastata innalzando i tassi d'interesse al livello massimo storico10.

Di conseguenza, ne ha sofferto la crescita economica ma, con il ciclo di inasprimento che si avvicina rapidamente al suo apice, vi è una diffusa aspettativa che la crescita nella regione possa riprendere una volta alleviata la pressione di tassi d'interesse in crescita.
Il consensus tra i commentatori finanziari è che l'Europa potrebbe avere un periodo di difficoltà nel breve termine, ma presenta prospettive di lungo periodo più interessanti.

L'FMI prevede una crescita dello 0,7% per il 2023 nel suo complesso nell’Europa sviluppata, in calo dal 3,6% del rimbalzo post-pandemia del 2022. Prevede anche un graduale miglioramento delle prospettive con una crescita 2024 al 1,2% nell’Europa sviluppata e al 2,9% in quella emergente (Bielorussia, Russia, Turchia e Ucraina escluse)11.

La BCE prevede che l'inflazione (energia e generi alimentari esclusi) si attesti in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 202512, mentre prevede nei prossimi mesi una crescita economica più lenta che continuerà però a stabilizzarsi dopo le difficoltà del 2022. Ciò è riflesso nell'ultima indagine condotta da Bank of America sui gestori di fondi europei, nella quale l’89% degli intervistati ha ritenuto che la crescita sarebbe stata penalizzata dai continui aumenti dei tassi d'interesse13.

Tuttavia, il mercato azionario europeo vanta numerose società di qualità ben posizionate per prosperare appena il contesto economico si sarà schiarito. La disparità tra il rapporto prezzo/utili in Europa e negli Stati Uniti suggerisce che le società europee potrebbero essere sottovalutate e offrire opportunità agli investitori che ricercano un'esposizione azionaria al di là dei prezzi a premio del mercato US.

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GLOSSARIO
  • Benchmark - Uno standard con cui misurare la performance. Si tratta spesso di un indice di strumenti d'investimento con il quale viene valutata la performance del portafoglio. Uno dei benchmark più popolari per le azioni è lo S&P500, che elenca circa 500 società sulla base di parametri e tecniche di valutazione specifiche che riflettono i titoli con le migliori performance sul mercato azionario US (secondo i professionisti di Standard & Poor's, che l'hanno creata).
  • Utile per azione (Earning per Share - EPS) - Una misura chiave della redditività aziendale ed è comunemente usata per valutare le azioni, l'EPS è la quota del reddito di una società disponibile per gli azionisti e attribuita a ciascuna azione ordinaria in circolazione. Viene calcolato come la differenza tra utile netto ed eventuali dividendi privilegiati, divisa per il numero medio di azioni ordinarie in circolazione.
  • Rapporto prezzo/utili (P/E ) - Utilizzato per valutare le società e per scoprire se sono sopravvalutate o sottovalutate. Si calcola dividendo il prezzo di mercato dell’azione per l'utile per azione della società. Un P/E elevato può significare che la quotazione di un titolo è elevata rispetto agli utili e quindi possibilmente sopravvalutata. Un P/E contenuto potrebbe indicare che l'attuale quotazione azionaria è bassa rispetto agli utili.
1 Fonte: https://www.goldmansachs.com/intelligence/pages/european-stocks-may-give-us-equities-a-run-for-their-money.html
2 Fonte: https://www.ft.com/content/71ee78cd-0753-40f9-809c-09495fd9abbf
3 Fonte: https://www.investmentweek.co.uk/news/4124951/bofa-european-recession-fears-decline-managers-despite-growth-pessimism
4 Fonte: https://www.morganstanley.com/ideas/thoughts-on-the-market-european-equities
5 Fonte: https://www.goldmansachs.com/intelligence/pages/european-stocks-may-give-us-equities-a-run-for-their-money.html
6 Fonte: https://www.morganstanley.com/ideas/thoughts-on-the-market-european-equities
7 Fonte: https://www.statista.com/statistics/1375401/leading-europe-semiconductor-companies-by-market-cap/
8 Fonte: https://www.ft.com/content/5e4a8dde-c053-4510-8cd9-8aecb9082a6e
9 Fonte: https://www.reuters.com/markets/europe/euro-zone-economy-likely-contracted-this-quarter-pmi-2023-09-22/
10 Fonte: https://www.ft.com/content/646d95e6-330f-4784-af76-3cf07f25c06f
11 Fonte: https://www.imf.org/en/Blogs/Articles/2023/10/13/europe-must-succeed-in-restoring-price-stability
12 Fonte: https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2023/html/ecb.sp231004_1~ed2ed840b5.en.html
13Fonte: https://www.bloomberg.com/news/articles/2023-09-12/investors-see-european-stocks-rising-over-next-year-bofa-says

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