Sviluppi macro
L'economia statunitense ha dato prova di buona tenuta nel terzo trimestre, con una crescita del PIL superiore alle aspettative al 4,9% su base annua (a fronte del 4,5% atteso). I consumi restano il principale motore dell'attività economica, superando i consumi nel settore pubblico e gli investimenti delle imprese. Questa stagnazione suscita dubbi sugli effetti dei programmi pubblici a sostegno del settore manifatturiero. I dati PMI hanno rispecchiato questa debolezza, con l'indice PMI manifatturiero ISM complessivo a 46,7 punti, che a ottobre è sceso ulteriormente in territorio di "contrazione" e i nuovi ordini a 45,5. Per contro, gli investimenti delle famiglie hanno registrato un forte rimbalzo, in linea con i segnali positivi dell'offerta immobiliare. Nel complesso, la domanda interna rimane robusta, sostenuta da un mercato del lavoro che resiste nonostante i molteplici segnali di rallentamento, soprattutto nel settore manifatturiero. Nella sfera politica, il Presidente della Camera Kevin McCarthy è stato sostituito da Mike Johnson, un alleato di Trump.

Il PIL dell'area euro si è contratto del 0,1% a/a nel terzo trimestre, un livello leggermente inferiore alle aspettative e che riflette i persistenti timori circa le prospettive economiche della regione, soprattutto a causa della sua esposizione al settore manifatturiero. L'Eurozona è alle prese con difficoltà causate dalla sua esposizione al settore manifatturiero e delle tensioni sui prezzi del gas e del GNL. Il settore industriale tedesco sta entrando in recessione e gli indicatori economici francesi rimangono deboli, in particolare nel settore delle costruzioni. Tuttavia, ci sono segnali che la situazione economica abbia smesso di peggiorare, con un moderato miglioramento dell’economic surprise index e un tasso di disoccupazione stabile a circa il 6,5%. La BCE ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4,5% dopo 10 rialzi consecutivi dei tassi, in linea con la contrazione dell'offerta di credito a famiglie e imprese nel terzo trimestre e con un calo dell'inflazione, scesa al 2,9% a livello complessivo al 4,2% in quello core.

Il PMI composito britannico è rimasto in territorio di "contrazione", mentre l'economia ha risentito del rialzo dei tassi d'interesse, come indicato dal calo di nove punti della fiducia dei consumatori in ottobre. Inoltre, le vendite al dettaglio hanno ceduto lo 0,9% su base mensile a settembre. Le insolvenze societarie sono aumentate del 10% su base annua, incrementando potenzialmente il rischio di una recessione nel Regno Unito. A settembre, l'inflazione complessiva è rimasta al 6,7% e l'inflazione core è scesa di 0,1 punti percentuali al 6,1%.

La crescita del PIL cinese nel terzo trimestre è stata superiore alle attese, attestandosi al 4,9% a/a, poiché sia la produzione industriale che le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative a settembre. Tuttavia, gli indici PMI NBS di ottobre sono stati leggermente più deboli del previsto, con il PMI manifatturiero sceso in territorio di "contrazione" a 49,5. Inoltre, la persistente debolezza del settore immobiliare ha indotto il governo centrale a rafforzare il proprio sostegno economico aumentando il proprio disavanzo di bilancio 2023. Tuttavia, i recenti dati economici, in particolare nel settore manifatturiero, hanno messo in dubbio la capacità della Cina di rimbalzare nel breve periodo.

Reazione dei Mercati
Le azioni e le obbligazioni globali hanno perso terreno per il terzo mese consecutivo a causa dei timori per l'aumento dei tassi d'interesse e delle incertezze geopolitiche. Le materie prime hanno invece evidenziato un buon andamento, con un rally dei prezzi dell'energia e investitori in cerca di rifugio nell'oro.

L'MSCI World USD ha ceduto il 2,9% a ottobre, portando la performance da inizio anno al 12,6% e sovraperformando l'MSCI Emerging Markets, che ha ceduto il 3,9% nel corso del mese, sottoperformando con un rendimento del 3,6% da inizio anno. I settori difensivi, come i beni di prima necessità e le utility nell'Eurozona e negli Stati Uniti, sono stati gli unici a registrare performance mensili positive.

Il Treasury americano a 10 anni è balzato di 34 pb, raggiungendo il massimo da 16 anni grazie a dati economici incoraggianti e ai timori per la sostenibilità delle finanze pubbliche statunitensi. Vale la pena notare che ciò si è verificato, mentre i Bund tedeschi a 10 anni sono scesi di 2 pb al 2,82% e i BTP italiani a 10 anni sono scesi di 4 pb al 4,74%. Inoltre, le curve dei rendimenti dei titoli di Stato globali si sono irripidite a ottobre, con lo spread del segmento 2-10 in aumento da -47 a -16 negli Stati Uniti e da -36 a -19 in Germania.

I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi sono saliti costantemente durante il mese, poiché le persistenti pressioni sui prezzi hanno suscitato timori riguardo alla sostenibilità della politica YCC (yield curve control) della BoJ. La BoJ ha inizialmente difeso il suo orientamento accomodante all'inizio del mese, ma in seguito ha adeguato la sua politica in materia di YCC nella riunione di ottobre rendendo meno restrittiva la soglia di rendimento del 1% del governativo a 10 anni.

Il dollaro USA si è indebolito rispetto alle principali valute, a causa della debolezza dei Treasury e nonostante la crescita interna ancora ragionevole. Lo yen giapponese si è deprezzato del 1,2% nei confronti del dollaro USA in seguito alla decisione della BoJ. A ottobre i prezzi del petrolio sono scesi del 8,3% a 87 USD al barile, mentre l'oro è salito del 7,3%, superando brevemente la soglia di 2.000 USD all’oncia.

Scarica l’analisi completa

La fornitura del presente materiale e/o riferimento a specifici titoli, settori o mercati all'interno del presente materiale non costituisce una consulenza sugli investimenti, né una raccomandazione o un'offerta di acquisto o di vendita di qualsivoglia titolo o un'offerta di attività finanziaria regolamentata. Prima di investire, gli investitori devono considerare attentamente gli obiettivi d'investimento, i rischi e le spese di qualsiasi investimento. Le analisi, le opinioni e alcuni dei temi e processi d'investimento citati nel presente documento rappresentano le opinioni del gestore/i di portafoglio alla data indicata. Tali caratteristiche e posizioni in portafoglio sono soggette a modifiche. Non vi è alcuna garanzia che gli sviluppi si propaghino come previsto nel presente documento. Le analisi e le opinioni espresse da terzi esterni sono indipendenti e non riflettono necessariamente quelle di Natixis Investment Managers. Le informazioni sui rendimenti passati presentate non sono indicative dei risultati futuri.


DR-60681