Sviluppi macro
Nonostante la generale resilienza, l'economia statunitense sta attraversando una fase di raffreddamento. I modesti aumenti delle richieste di sussidi di disoccupazione, abbinati all'aumento delle insolvenze sulle carte di credito, confermano il calo osservato nelle vendite al dettaglio di ottobre. Inoltre, mentre il dato complessivo dell'indagine sul settore manifatturiero condotta da Empire State è stato positivo, i nuovi ordini e le componenti occupazionali hanno evidenziato una debolezza relativa. Dal canto suo, il rapporto sull'inflazione US ha mostrato un raffreddamento maggiore del previsto, con un'inflazione complessiva e di fondo in calo rispettivamente al 3,2% e al 4,0% a/a. Questa flessione ha alimentato l'ottimismo per una discesa al 2% prima della fine del 2024 e, di conseguenza, gli investitori hanno aumentato le loro aspettative di tagli dei tassi nel prossimo anno mentre la FED ha optato per la seconda pausa consecutiva nella riunione di novembre, mantenendo i tassi obiettivo nell’intervallo 5.25-5.50%.

La produzione industriale europea e l'attività manifatturiera restano sottotono, principalmente a causa dei dati deludenti di Germania e Francia. Gli indici PMI compositi più recenti hanno evidenziato un miglioramento a novembre, attestandosi a quota 47,1 e la crescita dell'occupazione nell'Eurozona nel terzo trimestre si è dimostrata resiliente, registrando un rialzo del 0,3% su base trimestrale. Inoltre, la pubblicazione flash del CPI di novembre ha evidenziato un rallentamento sia dell'inflazione complessiva che di quella di fondo, rispettivamente al 2,4% e al 3,6% a/a. Nonostante questi recenti progressi positivi sul fronte delle pressioni sui prezzi, i verbali dell'ultima riunione della BCE hanno indicato una continua vigilanza sui rischi di un aumento dell'inflazione. Nella sfera politica, Pedro Sánchez ha mantenuto la sua posizione di premier spagnolo dopo l’amnistia dalla Catalogna, mentre il PVV di estrema destra è stato il partito vincitore nelle elezioni olandesi.

Sebbene i dati sulla crescita UK abbiano deluso e abbiano mostrato una stagnazione dell'economia nel terzo trimestre, il quarto trimestre è stato caratterizzato da dinamiche contrastanti. Calo inatteso delle vendite al dettaglio per ottobre ma con un ritorno in territorio di espansione degli indici PMI compositi a 50,1 a novembre. Inoltre, l'inflazione complessiva e di fondo nel Regno Unito hanno registrato un calo maggiore del previsto, scendendo rispettivamente al 4,6% e al 5,7% a/a. Il calo dell'inflazione dei servizi potrebbe fornire alla BoE un certo grado di conforto nel mantenere i tassi, nonostante una crescita elevata dei salari. Per il momento, la BoE ha deciso di mantenere il tasso di riferimento al 5,25% a novembre. Sul fronte fiscale, il bilancio d'autunno britannico ha rivelato modeste misure di stimolo.

I dati economici cinesi hanno superato le aspettative per il terzo mese consecutivo, con vendite al dettaglio e produzione industriale in crescita rispettivamente del 7,6% e del 4,6% a/a a ottobre. Ciononostante, i dati di novembre indicano una certa debolezza: Il PMI manifatturiero NBS è sceso a 49,4, mentre l'attività non manifatturiera è rimasta "espansiva" a 50,2. Il tasso d'inflazione complessivo è nuovamente scivolato in territorio deflazionistico, attestandosi al -0,2% a/a, con ulteriori flessioni dei prezzi dei prodotti alimentari. Al contempo, il mercato residenziale continua a rappresentare un ostacolo significativo, con le vendite di nuove abitazioni in costante calo a/a. La PBoC ha iniettato liquidità nel sistema bancario e ha prospettato un potenziale taglio del coefficiente di riserva obbligatoria. Tuttavia, il consenso prevalente suggerisce che potrebbero essere necessari ulteriori stimoli fiscali per rafforzare la fiducia dei consumatori e contrastare le pressioni deflazionistiche.

Reazione dei Mercati
I tre mesi consecutivi di flessione delle azioni e delle obbligazioni globali hanno subito una battuta d'arresto a novembre. La persistente disinflazione globale ha alimentato la speranza che non siano necessari ulteriori rialzi dei tassi e alimentato le aspettative di tagli nel 2024, ciò che ha spinto al ribasso i rendimenti obbligazionari.

I mercati di EU ed EMU hanno archiviato un mese positivo, registrando forti guadagni nei settori sensibili ai tassi, come l'immobiliare e i titoli tecnologici. I beni di prima necessità e l'energia hanno sottoperformato in entrambe le regioni, mentre quest'ultimo è l'unico settore con una performance mensile negativa. Il Giappone ha mantenuto la sua posizione di top performer dell'anno (29% da inizio anno), registrando un aumento del 5% a novembre trainato dalle azioni growth large cap, mentre le banche e i titoli value hanno subito pressioni. Inoltre, a novembre i titoli small cap hanno messo a segno un rally, come testimoniato dal rialzo del 9,8% dell'indice MSCI ACWI Small Cap. I mercati emergenti hanno messo a segno un netto rialzo, leggermente al di sotto dei mercati sviluppati, con Corea del Sud, Brasile e Taiwan in testa, mentre le azioni cinesi hanno segnato il passo.

Le crescenti speculazioni circa un possibile rialzo dei tassi da parte delle banche centrali hanno impresso slancio ai mercati obbligazionari a novembre. I rendimenti obbligazionari sono scesi nei principali mercati, con il Treasury a 10 anni in calo di 58 pb al 4,26%, il Bund di 40 pb al 2,43% e il BTP di 63 pb al 4,17%. Inoltre, gli spread 2y/10y hanno nuovamente accentuato la loro inversione, con quello statunitense in calo di 22 pb a -39 pb, e quello tedesco di 19 pb a -40 pb. I mercati del credito hanno registrato rendimenti positivi, con in testa i titoli di Stato dei mercati emergenti sia HC che LC e, a seguire, i titoli HY USA e IG. Infine, il dollaro USA si è indebolito rispetto a tutte le altre principali valute: 2,57% contro EUR, 3,73% contro GBP e 0,6% contro JPY. Brent e del gas naturale in Europa sono scesi rispettivamente del 5,3% e del 23,2%. Metalli preziosi in crescita: argento +8,3% e oro +2,0%.

Scarica l’analisi completa
La fornitura del presente materiale e/o riferimento a specifici titoli, settori o mercati all'interno del presente materiale non costituisce una consulenza sugli investimenti, né una raccomandazione o un'offerta di acquisto o di vendita di qualsivoglia titolo o un'offerta di attività finanziaria regolamentata. Prima di investire, gli investitori devono considerare attentamente gli obiettivi d'investimento, i rischi e le spese di qualsiasi investimento. Le analisi, le opinioni e alcuni dei temi e processi d'investimento citati nel presente documento rappresentano le opinioni del gestore/i di portafoglio alla data indicata. Tali caratteristiche e posizioni in portafoglio sono soggette a modifiche. Non vi è alcuna garanzia che gli sviluppi avvengano come previsto nel presente documento. Le analisi e le opinioni espresse da terzi esterni sono indipendenti e non riflettono necessariamente quelle di Natixis Investment Managers. Le informazioni sui rendimenti passati presentate non sono indicative dei risultati futuri.