La domanda da un milione di dollari:
Quanto mi serve per andare in pensione?
Se chiedete a qualcuno quanto gli servirà per andare in pensione con un buon livello di sicurezza finanziaria, probabilmente la risposta sarà una bella cifra tonda, tipo "un milione di dollari". In teoria, un numero a sette cifre potrebbe suonare come un obiettivo fin troppo ambizioso che però, una volta raggiunto, dovrebbe instradare gli investitori verso una pensione sicura. In realtà, quel milione sarebbe forse puro azzardo se l'obiettivo è invece quello di finanziare una pensione che potrebbe protrarsi per 25-30 anni.
Per avere una percezione più corretta del livello di sicurezza associato a una cifra così cospicua, abbiamo consultato i 1.617 investitori che hanno già accumulato almeno un milione di dollari sotto forma di asset investibili e che, nel 2021, avevano partecipato alla nostra indagine globale sugli investitori individuali (Natixis Global Survey of Individual Investors). A prima vista, buona parte degli intervistati (79%) dichiara di sentirsi finanziariamente sicuro in vista della pensione ma, scavando più a fondo, questa fiducia si ridimensiona sensibilmente.
In effetti, la percentuale dei milionari che pensa che ci vorrebbe un miracolo per raggiungere una sicurezza finanziaria post-pensionamento (35%) non differisce molto da quella calcolata sull'intero campione di investitori (40%), forse perché oggi l'asticella a un milione di dollari potrebbe essere meno significativa di quanto fosse in passato.
Un milione di oggi non è più come un milione di ieri
La figura del milionario ha sempre esercitato un fascino misterioso. Nel tempo, però, l'immagine di ricchezza che richiama alla mente è cambiata profondamente. Mentre, per i nostri nonni, il tipico milionario poteva assomigliare allo zio Pennybags, l'omino del Monopoli del secolo scorso, per noi è più facile pensare a uno dei nostri vicini. Niente cappello a cilindro, né vestito di sartoria e ghette, ma semplici jeans, scarpe da ginnastica e una comoda felpa.
Non è che un milione di dollari siano pochi, anzi; questa cifra è tuttora il parametro utilizzato per definire i paperoni odierni, i cosiddetti HNWI (High Net Worth Individual). Il fatto è che oggi i milionari sono molti di più. Infatti, il World Wealth Report di Capgemini segnala che,nel mondo, il numero di persone con un patrimonio di questa entità è quasi raddoppiato, passando da 10,9 milioni nel 2010 a 20,8 milioni nel 2020. Il rapporto individua un numero elevato di milionari in Nord America (6,98 milioni), in Asia (6,9 milioni) e in Europa (5,36 milioni).1
I ricchi non assomigliano né a voi né a me
Hanno più soldi, ma questo non sembra fare molta differenza quando si parla di sicurezza previdenziale. Nel campione consultato da Natixis per l'indagine, gli investitori con grandi patrimoni dichiarano di avere accumulato più del quadruplo delle sostanze medie della popolazione generale (2 milioni vs 450.000 dollari). Invece, sul piano del risparmio previdenziale, la differenza non è così rilevante.
Gli investitori HNWI intervistati dichiarano di avere a disposizione, in media, un risparmio previdenziale di 625.000 dollari che, per quanto consistente, corrisponde solo a due volte e mezzo il risparmio post-pensionamento medio (250.000 dollari) dell'intero campione consultato. Analogamente, se è vero che un tasso medio di risparmio previdenziale del 19,4% è ragguardevole, comunque supera di poco meno del tre per cento la media generale, che è pari al 16,6%. E' quindi evidente che, a dispetto dei numeri apparentemente buoni, lo scarto non è sufficiente per determinare una diversità sostanziale in termini di fiducia.
Il lavoro pone grandi interrogativi anche ai milionari
Avere messo da parte 625.000 dollari per la pensione dovrebbe permettere di guardare al futuro con una certa fiducia, come confermato dal 79% che dichiara di aspettarsi di vivere una pensione sicura sotto il profilo finanziario; non è però sufficiente per fugare tutti i dubbi su ciò che riserverà davvero il futuro. In realtà, proprio come gli altri investitori, i milionari devono trovare una risposta a molte domande.
Per questo gruppo, un importante punto interrogativo è rappresentato dal lavoro. Pur prevedendo di andare in pensione a un'età ancora abbastanza giovane - 63 anni - quasi sei su dieci (58%) dichiarano di accettare l'idea di dovere eventualmente continuare a lavorare più a lungo del previsto. Entra in gioco l'aspetto dell'imprevedibilità, che è uno dei principali problemi insiti nella pianificazione pensionistica.
I fattori da cui potrebbe dipendere la necessità di lavorare più anni del previsto sono molteplici: la mutata situazione finanziaria, problemi di salute che richiedano un'assicurazione sanitaria più costosa, la necessità di entrate supplementari per prendersi cura di un genitore anziano o per aiutare un figlio adulto.
Mentre la necessità di rimanere in attività più a lungo può essere assimilabile a un imprevisto, il 44% di questo gruppo teme di non essere in grado di continuare a lavorare finché lo vorrà. Un licenziamento verso fine carriera o la decisione di lasciare il lavoro per occuparsi di un familiare possono avere ripercussioni altrettanto forti sulla sicurezza previdenziale.
Il delinearsi di un quadro finanziario complesso che potrebbe richiedere cambiamenti drastici può costituire una sfida addirittura maggiore e il 36% teme di non poter avere neanche la scelta di andare in pensione. Le pressioni sono reali, anche per gli investitori più abbienti, e possono essere opprimenti. In effetti, il 42% degli intervistati è talmente preoccupato della sicurezza post-pensionamento da preferire non pensarci affatto.
Le minacce economiche sono in aumento
Pur pianificando e risparmiando in vista della pensione, gli investitori con grandi patrimoni riconoscono che la loro sicurezza è messa a repentaglio da fattori che esulano dal loro controllo. Tra i principali citano la tenuta delle prestazioni pensionistiche pubbliche, che incidono anche sui piani pensionistici dei più ricchi.
La minaccia del debito pubblico
Tre quarti degli investitori milionari sono convinti che l'attuale debito pubblico elevato causerà una riduzione delle prestazioni pensionistiche pubbliche. Questa preoccupazione opprime in particolare il 38% degli investitori con patrimoni superiori a un milione, che dichiarano che, senza la pensione pubblica, sarà difficile arrivare alla fine del mese.
Qualcuno potrebbe chiedersi per quale motivo un milionario dovrebbe preoccuparsi dell'eventuale riduzione delle pensioni pubbliche. E' una questione di scala: raggiungere la magica soglia del milione non corrisponde necessariamente allo stile di vita confortevole che molti di noi immaginano.
Se i pensionati vogliono garantirsi che il loro gruzzolo duri almeno per vent'anni, dovranno limitare i prelievi. In genere, le strategie di gestione del reddito pensionistico prevedono che, nel primo anno di pensione, si possa prelevare il 4% di quanto accantonato e, in ogni anno successivo, solo il 4% indicizzato all'inflazione. Se si parte con 1 milione di dollari, si ottiene così una rendita iniziale di non più di 40.000 dollari, cifra che per molti potrebbe essere molto inferiore al reddito percepito prima di lasciare il lavoro. Per questo motivo, gli esperti di investimento e di pianificazione finanziaria consigliano di gestire il reddito pensionistico con un triplice approccio che attinge al risparmio pensionistico, al risparmio personale e alle prestazioni pubbliche.
L'inflazione erode i piani pensionistici
Quasi sette intervistati su dieci vedono una minaccia anche nell'inflazione. Dopo avere conosciuto l'inflazione più alta degli ultimi 40 anni, gli investitori sono consapevoli dell'impatto che il rialzo dei prezzi potrebbe avere sulle loro finanze una volta andati in pensione. Essenzialmente, quando i prezzi salgono, i risparmi non fanno altrettanto.
Il rapido rialzo del costo dei prodotti alimentari e dell'energia è stato determinante per fare salire l'inflazione nel 2022, ma ci sono altri costi che preoccupano gli investitori più ricchi, in particolare le spese sanitarie sempre più elevate. Infatti, il 65% di questo gruppo teme che le spese per le cure sanitarie e l'assistenza a lungo termine incideranno sulla sicurezza finanziaria post-pensionamento.
Tassi d'interesse bassi
A complicare i problemi dovuti al rialzo dei prezzi si aggiungono le limitazioni derivanti dai bassi tassi d'interesse. Mentre i tassi bassi sembrano offrire un contesto ideale ai consumatori che intendono accedere a un finanziamento per acquistare beni particolarmente costosi, come la casa o l'automobile, quegli stessi tassi rischiano di mettere in difficoltà i pensionati. Se i tassi sono bassi, gli investitori in pensione vedono ridursi la capacità di convertire in rendita il proprio patrimonio, offrendo a molti di loro un reddito subottimale. In effetti, il 58% dei milionari intervistati riconosce che, a causa dei tassi bassi, diventa difficile generare una rendita dai propri risparmi.
Nel 2022 le banche centrali hanno alzato i tassi per contrastare l'aumento dell'inflazione, ma questi rialzi non porteranno un sollievo immediato ai pensionati. E' importante notare che, sebbene tassi più elevati potrebbero consentire rendite superiori in futuro, è anche vero che le obbligazioni che offrono rendimenti inferiori potrebbero perdere valore. E anche se i tassi sono saliti, la Fed si è comunque fermata al 3,25%, la Bank of England al 2,25% e solo di recente la Banca Centrale Europea ha portato i tassi allo 0,75%, e nessuna di queste mosse è riuscita a fare decollare le rendite.2
A complicare le cose si è aggiunto il picco della volatilità sui mercati, frutto dell'effetto combinato dell'inflazione più alta degli ultimi 40 anni e del rialzo dei tassi d'interesse. Le turbolenze dei mercati possono essere snervanti anche per gli investitori più abbienti. Infatti, il 56% degli intervistati ritiene che la volatilità dei mercati mini la loro capacità di centrare gli obiettivi pensionistici che si sono dati.
Un anno difficile per andare in pensione
Fondamentalmente, due dei timori segnalati dai milionari da noi consultati si sono materializzati nel 2022, che è quindi diventato un anno difficile per andare in pensione. In un quadro di inflazione elevata e di tassi in ascesa, i mercati sono diventati volatili e l'indice S&P 500® ha perso addirittura il 23%.3
Chi sceglie di andare in pensione nel 2022, non solo percepirà una rendita da un monte pensione che potrebbe essersi ridotto almeno del 10%-20% ma, a causa dei costi elevati, per fare fronte alle spese dovrà anche prelevare di più dal suo gruzzolo e sarà costretto a sforare il tradizionale 4%. Mentre i loro risparmi si esauriranno più velocemente del previsto, i pensionati avranno difficoltà a reintegrare il patrimonio, perché avranno a disposizione meno tempo e, forse, anche una minore tolleranza al rischio.
I professionisti lo sanno
Sembrerebbe che, in materia di piani pensionistici, i milionari prestino attenzione alle cose giuste. Nell'indagine condotta da Natixis nel 2022 presso i professionisti finanziari (2022 Natixis Global Survey of Financial Professionals),4 è stato chiesto a 2.700 consulenti ed esperti di 16 paesi quali siano i principali errori che gli investitori potrebbero commettere nel pianificare la loro pensione. I primi cinque errori citati costituiscono una vera e propria sfida per i grandi patrimoni.
1) Non dimenticare l'inflazione
Alla luce dell'attuale contesto economico, non sorprende che considerino che il primo errore in assoluto nella pianificazione previdenziale sia la sottovalutazione degli effetti dell'inflazione. Dopo vent'anni di inflazione bassa o assente, questo fattore è stato spesso trascurato ed è difficile prevedere come evolverà in futuro. Ma i piani pensionistici dovrebbero tenere conto di questa variabile incognita riconoscendo che, nel tempo, le spese tenderanno ad aumentare.
2) Considerare quanto si potrebbe vivere
Tra gli errori di pianificazione rientra anche un'altra incognita: la sottovalutazione di quanto a lungo si vivrà. Negli anni, le nostre indagini hanno mostrato che gli investitori pensano di vivere circa 20 anni da pensionati. Vent'anni possono essere un buon punto di partenza, ma molte persone vivranno più a lungo.
In realtà, i dati OCSE indicano che, tra il 2015 e il 2020, l'aspettativa di vita media oltre i 65 anni nei paesi G20 ha raggiunto 21,3 anni per le donne e 18,1 anni per gli uomini. Si stima inoltre che, nel periodo compreso tra il 2060 e il 2065, le donne vivranno 25,2 anni dopo i 65, mentre gli uomini vivranno per altri 22,5 anni.5 Questa è la media, ma molti vivranno anche di più. In sostanza, è meglio pianificare in base all'ipotesi di vivere più anni, anziché meno.
3) Fissare obiettivi di rendita realistici
Un altro errore citato dai professionisti finanziari è la sopravvalutazione della rendita generata dal patrimonio. E' qui che la formula del 4% offre una lezione preziosa. Per esempio, nel 2015 avevamo chiesto a 1.000 partecipanti a piani a contribuzione definita negli Stati Uniti a quanto sarebbe ammontata la rendita annuale generata da un patrimonio di 1 milione di dollari, nell'ipotesi di far durare il patrimonio per 30 anni. Solo quattro su dieci hanno risposto "4%". Il 17% ha risposto "8%". In totale, il 43% riteneva di poter prelevare anche più del 10% senza intaccare il patrimonio.6 La definizione di un obiettivo realistico di rendita è un altro elemento fondamentale nella pianificazione pensionistica.
4) Fare attenzione al rischio
Spesso il rischio può essere percepito in modo negativo, come nel caso delle perdite che gli investitori potrebbero subire nel 2022, ma occorre considerare anche l'altro lato della medaglia: il rendimento. In genere, i pensionati devono essere più prudenti riguardo al livello di rischio inserito nei loro portafogli. Ma i professionisti finanziari invitano a non esagerare. Infatti, un altro grosso errore che osservano nei piani pensionistici è proprio l'eccessiva prudenza dei pensionati nell'investire. Per molti di loro, è indispensabile conservare il patrimonio; però, con l'inflazione che incombe, è importante garantire che il rendimento degli investimenti sia superiore al costo della vita e, per questo motivo, è necessario ricorrere a un approccio misurato al rischio.
5) Fissare aspettative di rendimento realistiche
Secondo i professionisti finanziari, un altro errore cruciale è rappresentato dalle aspettative di rendimento irrealistiche. La nostra ricerca mostra che le attese potrebbero già oggi essere disallineate rispetto ai mercati. Nel 2021, gli investitori con grandi patrimoni hanno dichiarato di aspettarsi un rendimento a lungo termine del 14,6% sopra l'inflazione. Naturalmente, queste dichiarazioni sono state fatte prima dell'impennata dell'inflazione nel 2022 e dopo la performance del 18% messa a segno dall'indice S&P 500® nel 2020; i professionisti ritengono però che, più realisticamente, gli investitori dovrebbero attendersi un rendimento del 9,0% sopra l'inflazione.
Altre sfide dietro l'angolo
I professionisti finanziari citano altri errori da evitare nella pianificazione pensionistica. Uno dei più frequenti è il non tenere conto delle spese per cure sanitarie e assistenza a lungo termine. E' importante riconoscere che, con l'avanzare dell'età, le persone potrebbero avere bisogno di cure mediche più frequenti e intense. In funzione del paese in cui vivono, questo bisogno potrebbe comportare una spesa significativa.
Ritengono inoltre che gli investitori non sempre capiscono quali saranno le loro fonti di reddito dopo il ritiro dal lavoro e che molti potrebbero fare troppo affidamento sulle pensioni pubbliche.
Tutto questo fa capire che, a prescindere da quanto messo da parte, il passaggio dalla fase in cui si risparmia per la pensione a quella in cui si vive effettivamente da pensionati è irto di sfide - sfide che possono richiedere il consiglio di un professionista. Niente di strano, quindi, se la pianificazione previdenziale è al secondo posto tra i servizi che gli investitori con grandi patrimoni chiedono ai loro consulenti.
Ma che cosa si intende per "abbastanza"?
Questa è la vera domanda da un milione di dollari. Ma non esiste un modo per stimare con esattezza questo bisogno. In realtà, il consiglio migliore ai fini della pianificazione pensionistica è quello di cominciare a risparmiare presto e spesso, in modo che le persone abbiano tempo sufficiente per risparmiare e tutto il tempo possibile per fare crescere il patrimonio. In fin dei conti, anche gli investitori milionari riconoscono quanto sia arduo finanziare la pensione, tanto che più di un terzo (36%) pensa con preoccupazione che non riuscirà mai ad avere abbastanza denaro per andare in pensione.
1 Capgemini. (14 giugno 2022). Numero di investitori con grandi patrimoni (HNWI) nel mondo, dal 2010 al 2021 per regione (in milioni) [Grafico]. In Statista. Consultato il 29 settembre 2022 su https://www.statista.com/statistics/263488/millionaires-worldwide-by-region/
2 Bloomberg (3 ottobre 2022)
3 Bloomberg (1 ottobre 2022)
4 Natixis Investment Managers, Global Survey of Financial Professionals condotta da CoreData Research a marzo-aprile 2022. Per l'indagine sono stati consultati 2.700 professionisti di 16 paesi.
5 “Pensions at a Glance.” OCSE e Indicatori G20 | OECD ILibrary, <atarget="_blank" class="disclaimer-external" rel="noopener noreferrer" href="https://www.oecd-ilibrary.org/sites/a957e891-en/index.html?itemId=%2Fcontent%2Fcomponent%2Fa957e891-en">https://www.oecd-ilibrary.org/sites/a957e891-en/index.html?itemId=%2Fcontent%2Fcomponent%2Fa957e891-en
6 Natixis Investment Managers, Survey of U.S. Defined Contribution Plan Participants condotta da CoreData Research, agosto 2015. Per l'indagine sono stati consultati 1.000 lavoratori statunitensi, di cui 750 iscritti e 250 non iscritti a piani pensionistici.
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