I Fund Buyer riferiscono il loro crescente disagio di fronte a ciò che potrebbe riservare il futuro dopo un periodo di mercato rialzista senza precedenti come quello attuale. Sono preoccupati di ciò che verrà dopo, ma non hanno certezze su come, né su quando si manifesterà il cambiamento. Se ne è avuto un esempio a fine febbraio, con il prepotente ritorno della volatilità sui mercati, nel momento in cui la preoccupazione degli investitori per il coronavirus e per un potenziale rallentamento dell'economia globale ha innescato la peggiore settimana di vendite generalizzate per l'indice S&P 500 dalla crisi finanziaria mondiale del 2008.

Nell'affrontare questo contesto, i Fund Buyer intervistati mirano a strutturare i portafogli dotandoli di una protezione contro il rischio di ribasso, cercando nel contempo fonti di crescita e di rendimento che li aiutino anche a gestire il rischio. I Fund Buyer aumentano l'allocazione agli strumenti alternativi, favorendo i gestori attivi che siano veramente in grado di offrire più valore aggiunto ed esplorando le opportunità d'investimento insite nelle strategie ESG.

La Global Survey of Professional Fund Buyers condotta da Natixis nel 2019 presenta un'analisi dettagliata dell'approccio dei Fund Buyer ed esamina come intendono affrontare la costruzione di portafoglio nel 2020.

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Le stime dei Fund Buyer sul rendimento a lungo termine tendono a rimanere abbastanza stabili. L'85% dei Buyer dichiara di ritenere che le attuali stime fatte dalla loro organizzazione siano realisticamente realizzabili. Detto ciò, un ulteriore 38% degli intervistati prevede un ridimensionamento delle ipotesi, anziché un loro innalzamento.

I Fund Buyer si aspettano che la leadership sui mercati azionari si sposterà dal Nord America ai mercati emergenti e all'Europa. Più di un terzo degli intervistati ha in previsione di aumentare l'esposizione verso l'azionario dei mercati emergenti (38%) ed europeoe (34%). Lo stesso vale per l'obbligazionario: infatti il 28% dei Fund Buyer ha in programma di aumentare l'esposizione verso il debito emergente. Intende inoltre incrementare di un punto percentuale circa l'esposizione verso gli strumenti alternativi, portandola al 15,2%.

> Per saperne di più sulle ipotesi, le preferenze settoriali e le prospettive di mercato dei Fund Buyer. Leggi il report completo in Inglese.
Per il 2020, i Fund Buyer prevedono un aumento del rischio di mercato, con una maggiore volatilità su azionario (79%), obbligazionario (72%) e valutario (59%). Sorvegliano anche con attenzione i tassi d'interesse. L'80% dei Buyer dichiara che il lungo periodo di bassi tassi d'interesse ha creato bolle speculative.

Mentre non è chiaro come il rischio geopolitico inciderà sui mercati nel corso di quest'anno, due terzi degli intervistati dichiarano che le elezioni presidenziali negli Stati Uniti saranno un'importante fonte di volatilità. Un terzo ritiene che potrebbero produrre effetti positivi.

Allargando la prospettiva, tre quarti dei Fund Buyer prevedono che, entro i prossimi cinque anni, possa profilarsi una crisi finanziaria mondiale. Solo uno su 20 pensa però che questa possa verificarsi nel 2020. Inoltre, pur ritenendo che l'organizzazione di cui fanno parte sia in grado di raggiungere le loro ipotesi di rendimento, non nascondono di essere molto preoccupati della scarsa preparazione degli investitori individuali nei confronti del rischio.

> Un approfondimento sul rischio nel 2020 agli occhi dei Fund Buyer. Leggi il report completo in Inglese.
I Fund Buyer affermano che parte della loro ricerca di crescita e di rendimento, accompagnata da una maggiore enfasi sulla protezione dal rischio di ribasso, poggia sugli investimenti alternativi.

Sei su dieci dichiarano che, nell'attuale contesto di mercato, è indispensabile prevedere un'esposizione verso gli alternativi. L'82% afferma che i bassi rendimenti obbligazionari determineranno uno spostamento verso gli investimenti alternativi. Questa caccia al rendimento è una probabile spiegazione dell'attuale interesse per gli asset alternativi a generazione di proventi, quali infrastrutture, Real estate e private debt.

> Un approfondimento su come i Fund Buyer prevedono di usare gli investimenti alternativi il prossimo anno. Leggi il report completo in Inglese.
I Fund Buyer ritengono che il clima attuale favorisca le gestioni attive, probabilmente perché pensano che, proprio grazie alla presenza di maggiore dispersione e volatilità, i gestori attivi avranno la possibilità di trovare valore.

Sono anche dell'avviso che l'attuale gradimento per gli investimenti passivi sia fonte di rischio sistemico e di volatilità. Gli investimenti passivi sono effettivamente strategie legate alla dinamica del mercato (si assegna un peso maggiore ai titoli con le performance migliori), per cui i Buyer teme l'eventualità di forti perdite in caso di contrazione del mercato.

> Per saperne di più sui motivi per cui molti Fund Buyer ritengono che il mercato attuale sia particolarmente adatto a una gestione attiva.
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Per i Fund Buyer professionisti, l'investimento ESG è oggi sempre più giustificato.

Uno su cinque sostiene che l'investimento possa contribuire a minimizzare il rischio "notizia" (22%), a generare rendimenti risk-adjusted elevati nel lungo termine (21%) e a trarre vantaggio da nuove fonti di diversificazione (19%). I Buyer avvertono inoltre questa domanda da parte dei clienti e vogliono allineare le proprie strategie d'investimento con i valori degli investitori (62%).

> Approfondisci l'approccio dei Fund Buyer all'investimento ESG. Leggi il report completo in Inglese.
Navigare nell'età dell'ansia
Per ulteriori approfondimenti sul modo in cui i Fund Buyer intendono cercare alfa, rendimento e diversificazione, ponendo comunque l'enfasi sulla difesa, scarica il report completo.

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Il presente documento viene fornito esclusivamente a fini informativi e non ha valore di consiglio d'investimento. Le analisi e le opinioni qui presentate si riferiscono a febbraio 2020 e possono variare in funzione del mercato e di altre condizioni. Non vi è garanzia che la situazione evolverà secondo queste previsioni e i risultati reali potrebbero quindi differire da quanto qui prospettato.

Tutti gli investimenti sono esposti a rischi, compreso il rischio di perdita del capitale investito. Nessuna strategia d'investimento o tecnica di gestione del rischio è in grado di garantire rendimenti, né di eliminare il rischio in tutti i contesti di mercato. Tutti gli investimenti (azionari, obbligazionari e alternativi) comportano rischi. Non si garantisce che gli investimenti raggiungano i propri obiettivi di performance o che si possano evitare le perdite.

La diversificazione non costituisce garanzia di rendimento, né conferisce protezione contro le perdite. Non è possibile garantire che un portafoglio diversificato determini un rendimento complessivo migliore o una sovraperformance rispetto a un portafoglio non diversificato. L'asset allocation non costituisce garanzia di rendimento, né conferisce protezione contro le perdite.

I dati qui riportati rappresentano le opinioni dei professionisti intervistati e possono variare in funzione del mercato e di altre condizioni. Non possono quindi essere interpretati come consiglio d'investimento.

A differenza degli investimenti passivi, gli investimenti attivi non mirano a riprodurre o a replicare alcun indice. La capacità di un investimento attivo di raggiungere i propri obiettivi dipende quindi dall'abilità del gestore.

Alfa (o Alpha) è il parametro che misura la differenza tra rendimenti effettivi e rendimenti attesi di un portafoglio, rispetto al livello di rischio sistematico di mercato. Un alfa positivo indica la sovraperformance rispetto al livello di rischio sistematico del portafoglio, mentre un alfa negativo ne indica la sottoperformance.

Gli investimenti alternativi comportano rischi specifici che possono differire da quelli connessi agli investimenti tradizionali e comprendono, per esempio,il rischio di illiquidità e il potenziale rischio di amplificazione delle perdite o dei profitti. Prima di investire, gli investitori sono tenuti a informarsi sui rischi insiti nell'investimento.

L'investimento sostenibile si concentra su società che svolgono attività legate a determinati temi di sviluppo sostenibile e che dimostrano di attuare pratiche rispettose dei principi ambientali, sociali e di governance (ESG); l'universo d'investimento potrebbe quindi essere più limitato e non offrire agli investitori le stesse opportunità e le stesse tendenze di mercato disponibili per gli investitori che non si attengono a tali criteri. Il fatto che questi investimenti godano o meno del favore del mercato potrebbe quindi determinare un impatto negativo sulla performance complessiva offerta all'investitore.

Le tecniche di gestione della volatilità potrebbero condurre a periodi di perdita o di sottoperformance, oltre a limitare la capacità del Fondo di beneficiare delle fasi di rialzo dei mercati; inoltre, possono determinare un aumento dei costi di transazione.

Natixis Distribution, L.P. è un intermediario a finalità limitata e distributore di varie società d'investimento che usufruiscono di servizi di consulenza forniti da società affiliate di Natixis Investment Managers.