Perché tutti parlano di... Futuro del lavoro
In tema di lavoro, il Covid ha cambiato tutto. Che cosa devono sapere gli investitori?
![]() |
---|
![]() |
---|
Il Covid ha cambiato tutto nel nostro modo di lavorare. Mentre cerchiamo di adeguarci alle nuove modalità, ci chiediamo se il futuro ci riserverà una rivoluzione tranquilla o una destabilizzazione diffusa.
Negli anni Trenta del secolo scorso, l'economista inglese John Maynard Keynes fece una previsione sconcertante: nel giro di qualche decennio, probabilmente si sarebbe arrivati a lavorare solo 15 ore a settimana.1
Ma non fu così. Fu invece Keynes a morire nel 1946, a causa di un infarto dovuto forse al troppo lavoro, e da allora la media delle ore lavorate in un anno non si è praticamente mossa.2
È pur vero che, nel tempo, il costante incremento del lavoro impiegatizio, la distruzione massiccia dei sindacati e l'avvento di Internet hanno probabilmente cambiato la natura del lavoro. Ma niente di così drastico come Keynes e altri avevano previsto.
Poi è arrivato il Covid... ed è cambiato tutto. Oggi molti di noi lavorano più spesso da casa e questa tendenza produce un esteso quanto sottovalutato effetto domino nell'economia. Inoltre, il forte aumento degli investimenti nell'intelligenza artificiale registrato negli ultimi 18 mesi potrebbe un giorno trasformare in realtà la previsione di Keynes o, peggio ancora, espellere milioni di persone dal mondo del lavoro.
Ciò significa che, nei prossimi 50 anni, il lavoro e, di conseguenza, la società saranno completamente diversi da oggi. Ma molti investitori tendono ancora a ignorare questa rivoluzione.
Secondo Nicholas Bloom, professore di economia alla Stanford University: "La diffusione del lavoro da casa rappresenta il maggiore impatto sul mercato urbano e del lavoro... dalla seconda guerra mondiale".3
Che dimensioni ha avuto questa trasformazione? Prima della pandemia, solo il 5% del totale delle giornate lavorative si svolgeva da casa, percentuale che raddoppiava ogni 12 o 13 anni circa.3 Improvvisamente, e senza preavviso, questa cifra è balzata al 25% circa, quindi è quintuplicata, portando il 45% dei lavoratori ad adottare una modalità di lavoro ibrido o totalmente da remoto.3
In altre parole, come spiegato da Bloom: "Abbiamo assistito alla compressione di quasi 50 anni di crescita in poco meno di due anni".
Nell'immediato, non sono mancati alcuni effetti positivi. Nel complesso, i lavoratori sono più contenti, perché risparmiano intorno a 70 minuti al giorno negli spostamenti e godono di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. A sua volta questa situazione ha migliorato la produttività, sebbene con un effetto complessivo trascurabile.3
Tra l'altro, il lavoro ibrido o da remoto può anche essere più inclusivo, con un vantaggio per le donne e le minoranze, e potrebbe perfino favorire la fidelizzazione dei dipendenti.4 Le imprese più lungimiranti dovranno offrire sempre più lavoro ibrido e flessibilità per riuscire ad attrarre - e a trattenere - i talenti migliori.
Questo quadro, comunque, impallidisce al cospetto dell'impatto geografico generato dallo smart working. Mentre, secondo Bloom, la tanto attesa "apocalisse degli immobili per uffici" si è rivelata una bolla di sapone, non si può dire altrettanto per gli immobili urbani ad uso commerciale o residenziale.
Bloom calcola che il 6% degli immobili commerciali, ubicati in maggioranza nel centro delle grandi città, è diventato il vero "Armageddon", con prospettive cupe fintanto che il numero di presenze resterà depresso. A trarne i maggiori vantaggi potrebbero essere le vendite sui canali di e-commerce, sebbene in calo rispetto alle vette raggiunte durante il lockdown.3
Nel frattempo, il lavoro da casa è stato anche accompagnato da imponenti migrazioni, perché i lavoratori hanno scelto di rinunciare alle scintillanti luci della città in cambio della serenità dei quartieri periferici. Si è così prodotta una distorsione nel mercato immobiliare residenziale, con conseguente boom nelle periferie e discesa dei prezzi nelle zone urbane.
Ma non è tutto: questa rivoluzione potrebbe anche innescare ripercussioni durature sul piano tecnologico. Un luogo di lavoro sempre più remoto impone enormi miglioramenti della dotazione digitale e la “Corporate America” sta rispondendo all'appello: il numero delle registrazioni di brevetti che comprendono parole come "lavoro da remoto", "telelavoro" o "lavoro da casa" è più che raddoppiato, passando dall'1% pre-pandemia a più del 2,5% in questo momento.3
È difficile sapere esattamente quante saranno le nuove invenzioni o le innovazioni che ne deriveranno, in ambiti quali la realtà virtuale o gli ologrammi. Sembra però probabile che il 2020 sarà ricordato come un anno che ha cambiato le regole del gioco, su uno sfondo in cui la rivoluzione dello smart working ha stimolato la diffusione di nuove tecnologie e possibilità.
"Siamo passati dalla logica della necessità alla logica dell'opportunità" aggiunge. "Bassi costi iniziali, rapido incremento di scala, bassi costi legati alle opportunità di carriera, comportamenti improntati a più svago e scelte diverse sulla casa di proprietà convergono verso un cambiamento epocale del lavoro futuro, rappresentato da un aumento strutturale del numero di persone che si procurano reddito da più fonti (i cosiddetti "multi-earner").5
Le opportunità sono infinite: a dominare la scena sono magari TikToker famosi o le grandi star di YouTube, ma si aprono opportunità in ambiti quali la creazione di contenuti, la vendita e la rivendita, le consegne e gli affitti extra. Una persona che, prima della pandemia, lavorava dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì oggi lavora forse due o tre giorni a settimana, integrando questo reddito stabile con l'affitto della camera degli ospiti nei fine settimana, oppure condividendo su Instagram consigli di risparmio o di investimento o lavorando come autista Uber nelle ore di punta delle sere più movimentate.
Quest'epoca multi-lavoro si inserisce inoltre in un ecosistema, enorme e tentacolare, popolato da società tecnologiche che rappresentano un investimento interessante, per esempio Airbnb, Uber, Shopify, Etsy, Upwork e Fiverr. Dopo un 2022 incandescente, alcune se la sono cavata meglio di altre, ma nel tempo molte di queste società hanno scelto di abbandonare il mercato azionario al suo destino. E il futuro si prospetta roseo.
Secondo Morgan Stanley: "Anche se molte delle società che popolano questo grande tema avvertono forti pressioni nel senso di un depotenziamento, esse rappresentano comunque proposte solide e convincenti in un'ottica di adozione secolare".6
Si tratta peraltro di una tendenza che i datori di lavoro non possono ignorare; è infatti probabile che l'era del multi-reddito renderà ancora più rigido il mercato del lavoro man mano che le persone si concentreranno su una pluralità di fonti di reddito proveniente da attività part-time che le appassionano.
"Nell'economia multi-reddito non sarà solo difficile trovare personale [a tempo pieno], ma anche fidelizzare questi lavoratori che avranno a disposizione più alternative di reddito" spiega l'economista statunitense Julian Richers. "L'esistenza di minori barriere all'ingresso nelle nuove forme di occupazione, per esempio attraverso le piattaforme multi-lavoro, può solo rafforzare il potere contrattuale nei confronti dei datori di lavoro".7
Non sorprende, perciò, il boom senza precedenti degli investimenti in AI. L'investimento totale, Stati Uniti in testa, è finalmente decollato nel 2021 (ved. sotto) dopo essere rimasto piatto per anni e si prevede che si manterrà sostenuto anche in futuro.
Con quali implicazioni per il lavoro di domani? Addirittura più automazione, visto che le grandi aziende si sforzano, ove possibile, di tagliare i costi e di migliorare l'efficienza. Questo potrebbe significare meno ruoli routinari o a contatto diretto con i clienti e, per il resto di noi, più conversazioni con le chatbot e operazioni in modalità self-service.
Alla fine, questa trasformazione dovrebbe stimolare produttività e crescita economica, con la possibilità di meno errori e di ricavi e margini superiori.
McKinsey osserva che: "La diffusione delle tecnologie di AI e di automazione può fare molto per risollevare l'economia globale e aumentare la prosperità nel mondo, in un momento in cui l'invecchiamento demografico e la riduzione della natalità costituiscono una zavorra per la crescita". PWC afferma che, tutto sommato: "Si prevede che, entro il 2030, le tecnologie di intelligenza artificiale (AI) aggiungeranno 15,7 trilioni di dollari all'economia globale".
Resta comunque un lato oscuro: con la diffusione dell'AI si potrebbero perdere milioni di posti di lavoro. Per esempio, McKinsey prevede che, entro il 2030, il 15% circa della forza lavoro mondiale (cioè quasi 400 milioni di lavoratori) sarà sostituito dall'automazione e, nell'ipotesi più pessimistica, questa cifra potrebbe arrivare al 30% (cioè a 800 milioni).
Lo scenario più lento prospetta invece la perdita di soli 10 milioni di posti, a dimostrazione di quanta incertezza vi sia ancora su questo tema.
Secondo altri analisti, l'ascesa dell'AI non sarà un gioco a somma zero per l'occupazione. "Chiedersi se l'AI sostituirà il lavoro umano presuppone che AI ed esseri umani abbiano le stesse doti e capacità, ma in realtà non è così" scrivono Garry Kasparov e David De Cremer. Kasparov, naturalmente, è famoso per avere sbalordito il mondo quando, nel 1997, sconfisse a scacchi il computer Deep Blue di IBM. Ma immaginiamo per un attimo che cosa avrebbe fatto se avesse potuto sfruttare l'AI o Deep Blue a proprio vantaggio.
Questa potrebbe essere la direzione in cui stiamo andando, dicono, con persone in grado di imbrigliare l'AI per sprigionare nuovo potenziale, sfruttando una sinergia che prende il nome di "intelligenza aumentata". Aggiungono Kasparov e De Cremer: "Crediamo che la maggiore produttività e l'automazione del lavoro cognitivo di routine siano una manna, non una minaccia. In fin dei conti, all'inizio le nuove tecnologie producono sempre effetti dirompenti sulla realizzazione e lo sviluppo delle nuove fasi e, in genere, manifestano il loro reale valore solo dopo un po' di tempo".
Se l'intelligenza aumentata evolverà come auspicato - e questo è un grande "se" - potrebbero presto rendere possibili enormi incrementi della produttività. Nell'ipotesi che, a differenza di quanto avvenne nel Novecento, questi incrementi risultino legati alla crescita dei salari e all'orario di lavoro, il sogno di Keynes potrebbe finalmente avverarsi.
l confronto tra diversi modi di pensare genera grandi idée. E le idee portano opportunità.
- Lavoro da remoto o smart working: Nel lavoro da remoto o smart working, 5il dipendente lavora da casa, dal proprio appartamento o dalla propria residenza, anziché in ufficio.
- Intelligenza artificiale: Per intelligenza artificiale s'intende la simulazione dei processi intellettivi umani da parte di macchine, soprattutto computer. Tra le applicazioni specifiche dell'AI vi sono i sistemi esperti, l'elaborazione del linguaggio naturale (NLP), il riconoscimento vocale e l'elaborazione elettronica di immagini.
- Intelligenza aumentata: L'intelligenza aumentata è una branca dell'apprendimento automatico mediante AI, sviluppata per potenziare l'intelligenza umana anziché nell'intento di funzionare in modo autonomo o per sostituirla completamente.
2 Fonte: Our World in Data. https://ourworldindata.org/working-hours
3 Fonte: Real Vision. https://www.realvision.com/shows/real-vision-essential/videos/this-revolution-will-be-peaceful-and-prosperous-xLRz
4 Fonte: World Economic Forum. https://www.weforum.org/agenda/2022/05/how-hybrid-work-can-drive-diversity-and-productivity/
5 Fonte: Morgan Stanley. https://www.morganstanley.com/ideas/gig-economy-multi-earner-new-era
6 Fonte: Morgan Stanley. https://advisor.morganstanley.com/michelle.ward/documents/field/m/mi/michelle-ward/THEMATICS_20220503_0000.pdf
7 Fonte: Morgan Stanley. https://www.morganstanley.com/ideas/gig-economy-multi-earner-new-era
8 Fonte: PWC. https://www.pwc.com/us/en/tech-effect/ai-analytics/ai-business-survey.html