Natixis IM Solutions - Market Review luglio 2023
Scenario Macro
Le stime preliminari sulla crescita del PIL del 2 trim 23 hanno riservato numerose sorprese sia negli Stati Uniti che nell'Eurozona. Negli Stati Uniti, la crescita ha superato le stime di consenso attestandosi al 2,4% (in termini annualizzati), evidenziando un'accelerazione rispetto al ritmo del 2,0% registrato nel primo trimestre del 2023. L'aumento è dovuto principalmente alla solidità della domanda interna, sostenuta sia dai consumi delle famiglie che dagli investimenti delle imprese. Alla luce di questa nuova pubblicazione, la crescita del PIL nel 2023 si attesta ora al 1,8%. Degno di nota è anche il fatto che il livello di risparmio in eccesso ha continuato a diminuire. Sulla base di una metodologia proposta dalla Fed, i risparmi in eccesso sono scesi a 162 mld $ alla fine del secondo trimestre, in calo dai 358 mld $ del trimestre precedente.
Inoltre, le stime flash indicano che l'economia dell'Eurozona è cresciuta dello 0,3% nel secondo trimestre, un livello leggermente superiore alle stime di consenso del mercato. Inoltre, la regione ha evitato di cadere in recessione tecnica dopo la revisione al rialzo dello 0,1% della stima di crescita del primo trimestre 23 rispetto allo 0,0%. Tuttavia, il ritmo di crescita della regione va a due velocità. Mentre Francia e Spagna sono cresciute rispettivamente del 0,5% e del 0,4%, la Germania è rimasta invariata e l'Italia ha perso lo 0,3%. Questa dicotomia è una diretta conseguenza del rallentamento del settore industriale e di un settore dei servizi ancora solido (che resta in territorio espansivo come testimoniano le indagini PMI). Va notato, tuttavia, che la crescita dell'economia francese è stata trainata esclusivamente dalle esportazioni di beni, una componente fragile soprattutto in un contesto di calo dei flussi commerciali internazionali.
Per il momento, i sondaggi sulle imprese non segnalano un'accelerazione dell'attività nell'Eurozona nel terzo trimestre 23. I sondaggi sulla fiducia delle imprese e dei consumatori non migliorano e il settore delle costruzioni ha dimezzato la velocità nella maggior parte dei paesi europei. Il settore edile statunitense mostra alcuni segnali di ripresa, ma solo nel settore residenziale dove il numero di abitazioni disponibili rimane basso, il che limita il ribasso dei prezzi. Sul fronte dell'inflazione, a giugno la crescita dei prezzi è nettamente diminuita. L'indice dei prezzi al consumo complessivo statunitense si è attestato al 3,0% su base annua, a fronte del 4,0% di maggio, e l'inflazione core è scesa al 4,8% su base annua dal 5,3%. In Europa, gli indici armonizzati dei prezzi al consumo (HICP) si sono attestati al 5,5% a/a a fronte dell' 6,1% di maggio. Tuttavia, l'inflazione core si è attenuata solo marginalmente, cedendo appena 0,1 punti percentuali al 6,8% a/a. Dopo una pausa a maggio, l'inflazione nel settore dei servizi è nuovamente aumentata a giugno, sostenendo l'inflazione core che rimane ben al di sopra del livello fissato dalla Banca centrale europea (BCE).
Non sorprende che le principali banche centrali abbiano innalzato i tassi di riferimento di 25 punti base. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali della BCE si attesta ora al 4,25% e il tasso sui fondi della Federal Reserve (FED) si attesta tra il 5,25% e il 5,50%. Jerome Powell e Christine Lagarde hanno sottolineato che sono stati compiuti progressi nella lotta contro l'inflazione e non hanno escluso la possibilità di una pausa a seconda della direzione dei dati in arrivo durante l'estate. La grande sorpresa è giunta dalla Banca del Giappone (BOJ), che, pur avendo mantenuto il tasso di riferimento in territorio negativo al -0,1%, ha allentato la politica di controllo della curva dei rendimenti e promesso una "maggiore flessibilità". Pertanto, sebbene la BOJ non abbia apportato modifiche alla fascia di rendimento decennale, ha ridotto la banda a un "riferimento" piuttosto che a un "limite rigido", affermando che consentirà al rendimento di superare la soglia dello 0,5% a condizione che rimanga inferiore al 1,0%. La conseguenza immediata di tale decisione è stata l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi e l'apprezzamento dello yen.
Reazione dei mercati
L'umore del mercato è rimasto positivo a luglio e la maggior parte degli asset di rischio ha registrato rendimenti positivi poiché la volatilità implicita delle azioni è rimasta contenuta. Rally del 6,1% per l'indice MSCI Emerging Markets, hanno invece guadagnato il 3,2% lo S&P500 e lo Stoxx600.
Il settore dell'energia, sia in Europa che negli Stati Uniti, ha beneficiato del rialzo del 14% dei prezzi del petrolio. Lo stile Value ha sovraperformato, trainato dai titoli energetici e finanziari, ma anche - e non a caso in Europa - dai titoli immobiliari. Nel complesso, a luglio i tassi d'interesse a lungo termine sono saliti di circa 10 punti base. Tuttavia, la volatilità delle obbligazioni è rimasta significativamente elevata a causa delle tendenze divergenti dei dati macroeconomici e dell'incertezza sulle prossime decisioni delle banche centrali. Infine, gli spread delle obbligazioni high yield e investment grade dei mercati emergenti si sono ristretti, rispettivamente, di 49 e 21 punti base. La buona tenuta della crescita economica, il calo dell’inflazione e gli imminenti tagli dei tassi d'interesse (a luglio la banca centrale cilena ha tagliato i tassi di 100 punti base) creano un contesto favorevole per le obbligazioni societarie di questi paesi.
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