Axel Botte
Head of market strategy
Le politiche monetarie, un sostegno per il mercato high yield
Il mercato high yield ha registrato livelli di spread storicamente bassi dall'inizio del 2024.
La fine del ciclo monetario è stata un sollievo per le aziende i cui rapporti di leverage (debito netto su EBITDA) oscillano tipicamente tra 3 e 6 volte. Le successive misure di allentamento monetario hanno infatti ridotto il tasso di deposito della Banca Centrale Europea dal 4% al 2%. Questi tagli dei tassi hanno probabilmente attenuato l'impatto del caos tariffario orchestrato da Donald Trump e facilitato una ripresa della crescita nella zona euro. Nonostante un forte calo attorno agli annunci di aprile, gli spread BB sono scesi sotto la soglia di 200 punti base.
È possibile che le misure di sostegno monetario implementate dopo la crisi COVID abbiano isolato i mutuatari da ulteriori restrizioni, posticipando le scadenze di rifinanziamento. Questo ha contribuito a una forma di attrito nel mercato primario, con la scarsità di titoli che ha spinto gli spread a restringersi.
Il mercato primario ha visto una rinnovata attività alla fine del primo semestre del 2025. Le valutazioni dovranno adattarsi a questo nuovo ambiente, sebbene la posizione persistente accomodante della BCE fornisca una certa visibilità fino al 2026. Una relativa tensione è già osservabile negli spread degli emittenti a rating inferiore, tuttavia la nostra stima dall'alto verso il basso del tasso di default rimane sotto il 4% nei prossimi 12 mesi.
Corinne Gaborieau
Head of corporate sustainability & credit research
Emittenti High Yield: fondamentali di sostegno
La stagione degli utili del secondo trimestre sta volgendo al termine, rivelando una resilienza nei fondamentali. Nonostante a volte le performance operative siano miste, le aziende europee continuano a mantenere una posizione di liquidità forte e livelli di indebitamento soddisfacenti. I declassamenti dei rating creditizi sono rimasti specifici per pochi emittenti in settori con prospettive negative.
Dall'inizio dell'anno, molti gruppi hanno continuato a estendere i profili di scadenza del debito, riflettendo la robustezza dei loro profili finanziari. Le condizioni di rifinanziamento sono rimaste favorevoli. Il numero di ristrutturazioni del debito al di sotto del valore nominale è stato limitato a pochi emittenti noti da molti anni. Si prevede che il tasso di default nel mercato High Yield rimanga molto basso nel 2026, ancora sotto i livelli storici.
Tuttavia, le prospettive per il 2025 sono caute. L'annuncio dell'imminente attuazione di dazi doganali del 15% sugli prodotti europei da parte degli Stati Uniti, combinato con incertezze geopolitiche e un rallentamento della domanda dalla Cina, ha portato a revisioni al ribasso delle precedenti previsioni per il 2025, impattando particolarmente i settori automobilistico e chimico europei.
All'interno del panorama degli investimenti High Yield, ci sono emissioni subordinate da gruppi di telecomunicazioni, servizi pubblici e aziende regionali principalmente attive in Europa. Si prevede che l'impatto diretto dei nuovi dazi statunitensi sui risultati operativi di questi emittenti sia più limitato, fornendo una certa visibilità in questo ambiente incerto.
Erwan Guilloux
Gestore di portafoglio High Yield
Fattori tecnici ancora altamente favorevoli
Le recenti dinamiche del mercato del credito sono ampiamente influenzate dal ciclo monetario. La diminuzione del tasso di deposito della BCE dal 4% al 2% ha portato a un significativo calo dei rendimenti del mercato monetario, spingendo gli investitori a cercare alternative che offrano ancora un livello di carry attraente. In questo contesto, l'High Yield europeo beneficia pienamente della logica "TINA" (There Is No Alternative).
Inoltre, forti fattori tecnici contribuiscono alla resilienza degli spread. I flussi di capitale verso questa classe di attivi sono stati enormi, supportando meccanicamente le valutazioni. Questo sostegno è stato ulteriormente rinforzato da diversi anni di volumi di emissione netti bassi: anche se il mercato primario è diventato più attivo nel 2025, l'offerta rimane insufficiente a soddisfare la domanda abbondante.
La struttura del mercato è anche un vantaggio. L'High Yield europeo è infatti dominato da emittenti con rating BB, che storicamente hanno tassi di default bassi. Inoltre, una durata relativamente bassa limita la sensibilità ai movimenti dei tassi d'interesse, fornendo al mercato una stabilità aggiuntiva.
Infine, l'esperienza recente ha dimostrato che gli shock geopolitici, sebbene possano innescare periodi di avversione al rischio, spesso si traducono in correzioni temporanee. L'esempio delle tensioni commerciali, avviate da Donald Trump, illustra la capacità del mercato di assorbire tali shock.
Pertanto, l'attuale equilibrio fornisce una solida base per spiegare perché gli spread rimangano particolarmente resilienti, anche in un contesto di shock esogeni.